MEDITAZIONE

 TERMINOLOGIA “DOJO”

Dojo, è un termine giapponese che significa etimologicamente luogo (jo) dove si segue la via (do).
Nel budo è lo spazio in cui si svolge l’allenamento ma è anche simbolo della profondità del rapporto che il praticante instaura con l’arte marziale; tale ultimo aspetto è proprio della cultura buddhista cinese e giapponese, che individua il dojo quale luogo dell’isolamento e della meditazione.
I dojo erano spesso piccoli locali situati nelle vicinanza di un tempio o di un castello, abbelliti con lavori di calligrafia e oggetti artistici preparati dagli stessi allievi, ed eprimevano appieno l’atmosfera di dignità che vi regnava. In essi si trovavano gli altari detti kamiza (sede degli Dei), riferiti non a divinità, come intendiamo in occidente, ma al ricordo di un grande maestro defunto. Il dojo rappresenta un luogo di meditazione, concentrazione, apprendimento, amicizia e rispetto, è il simbolo della Via dell’arte marziale.
In Occidente questo termine viene impropriamente tradotto in palestra ed inteso unicamente come spazio per l’allenamento.
Nessun allievo prende dal dojo più di quanto egli non dia a sua volta: il dojo non è semplice spazio per l’allenamento, ma soprattutto immagine di un atteggiamento.
I dojo si differenziano in questo aspetto dai normali spazi sportivi: l’esercizio fisico può anche essere il medesimo ma è la ricerca del giusto atteggiamento che consente di progredire. L’allievo entra nel dojo e deve lasciare alle spalle tutti i problemi della quotidianità, purificarsi la mente e concentrarsi sull’allenamento per superare i propri limiti e le proprie insiscurezze, in un costante confronto con sé stesso realizzando così il Bushido, l’antica via del guerriero.

 MEDITAZIONE

Nel Taijutsu la pratica della meditazione è molto importante, come in tutte le arti marziali, in quanto una breve meditazione quotidiana ci arricchisce abituando la nostra mente alla concentrazione ed evitando la dispersione continua provocata dalle numerose sollecitazioni del mondo esterno, elementi che contribuiscono a privare la mente della sua potenza. Secondo un detto giapponese “la mente è un animale selvatico che va addomesticato”, dove addomesticare vuol dire tenere la mente fissa e concentrata su un obiettivo, senza darle la possibilità di distrarsi in inutili pensieri che passano nella mente, col solo rischio di perdere tempo e di disperdere le energie.
Con la meditazione (tramite una corretta postura e respirazione) la mente ed il corpo vengono unite, impedendoci ad esempio di fare una cosa pensandone un’altra.

L’UMILTA’

Umiltà è ritornare ad indossare la cintura bianca svuotando la propria mente da quanto appreso precedentemente in altre arti per imparare una nuova disciplina con nuovi maestri; umiltà è anche il non perseguire come unico obiettivo il raggiungimento di una cintura , ma piuttosto apprendere l’arte nella sua semplicità.

LA CONCENTRAZIONE

”E’ un modo per raccogliere le energie in un punto così da poterle più facilmente incanalare nell’attività desiderata; uno stato di equilibrio e presenza, di calma e forza al tempo stesso.
Più specificatamente concentrarsi significa focalizzarsi sul centro dell’energia situato nell’addome (hara).
Nelle arti marziali è di fondamentale importanza: essere concentrati su questo punto, poiché consente di sentirsi flessibili e resistenti al tempo stesso, di lavorare con l’intuito anziché con la mente razionale.
Quando l’energia è incanalata, lo sforzo muscolare è ridotto.””

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